Croazia Itinerari in barca

Croazia in barca: una costellazione di isole da scoprire navigando a vela.

Il maestrale gonfia le vele e vi sospinge delicatamente fra i labirinti insulari della costa croata, dove una miriade di spiagge immacolate, calette rocciose, lingue di sabbia, scogliere, grotte, golfi e borghi marinari in stile veneziano aspetta solo che gettiate l’ancora per rilassarvi al sole e tuffarvi nelle acque cristalline dell’Adriatico.

Da sempre in bilico fra Balcani e Mitteleuropa, la Croazia è sede di una delle più antiche culture del Vecchio Continente. È stata plasmata dai greci e dai romani. E poi da bizantini, turchi, austriaci, italiani, slavi. Per secoli è stata sotto il dominio della Serenissima Repubblica Marinara di Venezia, che ha lasciato una manciata di toponimi in italiano e raffinate testimonianze architettoniche nelle città e nei villaggi costieri e insulari, dove gli influssi artistici spaziano dal romanico al gotico, dal rinascimentale al rococò. L’Adriatico orientale è un mare di passaggio, teatro di commerci e vicende turbolente. Qui la storia ha lasciato tracce tangibili. In molti porti sarete incantati da arene romane, cinte murarie medievali, fortezze nobiliari, maestose cattedrali e imponenti monasteri. Scendere in banchina significa spesso immergersi in città leggendarie, patrimonio mondiale dell’Unesco, come Dubrovnik (Ragusa in italiano) e Trogir (Traù), o scoprire gioielli urbanistici tipo Zadar (Zara), Korčula (Curzola), Cavtat (Ragusavecchia), Hvar (Lesina), Rovinj (Rovigno), Veli Lošinj (Lussingrande), Rab (Arbe), Šibenik (Sebenico).

Dal Palazzo di Diocleziano a Split (Spalato), il più sorprendente esempio di architettura romana in Croazia, all’Anfiteatro di Pula (Pola); dall’Organo Marino di Zadar, alla Cattedrale di San Giacomo a Šibenik: questo paese vi sorprenderà sempre e non solo per il suo mare splendido e le sue spiagge vergini. Anche Hollywood si è accorta della “potenza” scenografica di tante località croate, tanto da sceglierle come set di importanti produzioni, come la serie TV Trono di Spade e l’ottava pellicola della saga di Star Wars, Il Ritorno degli Jedi, girati nello splendido centro storico di Dubrovnik. Oppure Diana, La storia segreta di Lady D, filmato in Istria, a Opatija (Abbazia), e una parte del musical Mamma Mia, che ha ricostruito sull’isola di Vis (Lissa) un’ambientazione “greca”.

Ci sono anche ragioni più spiccatamente nautiche per cui la Croazia è considerata un eden per velisti e diportisti in genere. Grazie al gioco di correnti, qui l’Adriatico offre acque considerate fra le più limpide del Mediterraneo, con una visibilità che può raggiungere anche i 15 metri: davvero ideale quando bisogna gettare l’ancora. Le spiagge croate sono sempre incluse nelle classifiche degli arenili più belli d’Europa, col mare più pulito. I circa 5,835 km di costa (suddivisi fra terraferma e isole) sono un playground eccezionale (e inesauribile): che si veleggi in Istria, Quarnaro o Dalmazia, persino in altissima stagione si trovano calette deserte dove rifugiarsi a fare il bagno o prendere la tintarella in santa pace, cullati del leggero dondolio della barca e dal canto delle cicale.

Potrete gironzolare a piacimento fra le 1246 otok (isole) e otočić (isolotti), di cui solo una cinquantina abitati. A soffiare nelle vele sarà uno dei tre venti prevalenti: il Maestrale, lo Scirocco o la Bora.

E c’è n’è per tutti i gusti: dalle destinazioni super chic (tipo Hvar), dove forse ormeggerete vicino allo yacht di qualche pop star o diva del cinema,

a quelle più defilate, come Vis, l’isola abitata più remota della Croazia (emerge in mezzo all’Adriatico), dove resterete rapiti dall’atmosfera fuori dal tempo di Komiža (Comisa), un micro borgo di pescatori con caratteristiche case in pietra. La crociera diventerà uno spartito musicale vario ma armonioso, dove i paesaggi lunari delle Kornati (Isole Incoronate) faranno da contrappunto ai lussereggianti pinete di Mljet (Meleda). Dove le cascate del Parco Naturale di Krka saranno il controcanto delle ordinate geometrie vinicole dell’Istria. La Croazia, inoltre, da anni punta seriamente sul turismo nautico: lo testimonia l’ampio ventaglio di imbarcazioni da charter disponibili, distribuite in un capillare network di marina molto ben attrezzati. Anche se per carattere i croati non sono espansivi e calorosi come i greci, gli spagnoli o gli italiani del Meridione, l’accoglienza al diportista è molto buona e i servizi nei marina davvero efficienti. Mollate gli ormeggi: è ora di salpare!

ISTRIA & QUARNARO

Nell’interno dell’isola, la terra fertile è propizia per la coltivazione di olive, uva e ortaggi. La spina dorsale delle creste collinari ripara dai freschi venti di bora le azzurre acque del porto tascabile di Rab, incantevole città medievale stretta in una penisola che si protende nell’Adriatico tra il golfo di Santa Eufemia e il porto di Gradska. Inconfondibile per gli iconici quattro campanili che si ergono tra i tetti rossi, custodisce un dedalo di stradine in pietra che conduce alla città alta, ricca di antiche chiese, monasteri e scenografici belvedere. La Penisola di Kalifront, a nord dell’isola,offre una collezione di calette solitarie, mentre l’adiacente Penisola di Lopar custodisce le migliori spiagge sabbiose: ben ventidue, delimitate da pinete ombrose, perfette per i bambini piccoli, grazie alle acque che digradano dolcemente. Alcune, come Sahara Beach e Ciganka, sono famose destinazioni naturiste.

Veleggiando verso nordest, si sfiorano le isolette di Sveti Grkur e Prvic, dove nidificano i grifoni, poi si approda a Baška, uno dei golfi più belli di Krk (Veglia, in italiano). Collegata alla terraferma da un ponte, Krk è l’isola più grande della Croazia e anche la più turistica. La costa nord-occidentale è rocciosa e ripida, con pochi insediamenti a causa della bora che in inverno schiaffeggia la costa. Uno di questi è il pittoresco Vrbnik, culla della cultura croata, appollaiato su ripide scogliere e famoso per la produzione di žlahtina, un delizioso vino dal colore giallo oro. Il clima è più mite al sud di Krk, dove la vegetazione è rigogliosa e abbondano spiagge e calette. A parte il mare, sempre cristallino, la cittadina di Baška ha un bel centro antico e un interessante museo del patrimonio storico-culturale, che espone costumi e utensili tradizionali. Risalendo la costa sudovest si scopre Stara Baška, splendida “falce” di ciottoli immacolati, e tutta una serie di belle calette di ghiaia e sabbia. Poi si arriva a Punat, un’insenatura a ferro di cavallo quasi completamente chiuso, eden per i diportisti. Doppiato l’isolotto di Košljun, dove sorge un monastero francescano del XVI secolo (con un museo che custodisce una rara copia dell’Atlante di Tolomeo stampata a Venezia alla fine del XVI secolo), si può ormeggiare nell’attrezzatissimo marina, protetto da tutti i venti. I ristorantini di pesce, le caffetterie e le cantine di Punat sono raggiungibili con brevi passeggiate. Più a nord, la città di Krk ha un bel porto con un lungomare molto amato dai vacanzieri, e si raggruppa intorno a un centro murato medievale, con stradine acciottolate, la cattedrale romanica e il castello dei duchi di Frankopan (XII secolo), all’epoca una delle famiglie più ricche e potenti della Croazia, cui Venezia concesse il governo dell’isola.

Le isole Incoronate: a vela tra isole “lunari”, parchi naturali e baie deserte

Una leggenda narra che il dedalo di passaggi marini, scogli, faraglioni, isole e isolotti conosciuto come Kornati (Isole Incoronate) sarebbero le rocce eccedenti che Dio gettò in mare dopo aver terminato la creazione del mondo. 

Gli spruzzi salati, il maistro (maestrale) fra i capelli, le scogliere sbozzate dall’erosione in forme bizarre, i trilli e gorgheggi dei cormorani mentre fendono l’aria col collo teso alla ricerca di una preda sotto lo specchio d’acqua limpidissima sono momenti di magia che ricorderete per sempre. Come non dimenticherete mai neppure la gioia di attraccare per la prima volta a una konoba (taverna di pescatori) a pelo d’acqua e stappare una birra Ožuisko ghiacciata, da accompagnare a un carpaccio di tonno, a un piatto di gamberi alla buzara o a una spaghettata all’aragosta, mentre la risacca stuzzica pigramente i ciottoli levigati della spiaggia.

Una crociera a vela in questo arcipelago di sole e salsedine, dove non esistono negozi né villaggi abitati tutto l’anno, è un’esperienza indimenticabile. Spoglie e solitarie, le Kornati assomigliano a frammenti di luna che fluttuano sul mare di zaffiro. Cesellate nelle falesie, una teoria di calette, fiordi e spiagge deserte attirano velisti di ogni livello provenienti da tutta Europa, che confidano su brezze gentili o vigorose e su un paio di marina attrezzati di livello davvero eccellente. Molto peculiari sono le “corone” (che danno il nome all’arcipelago), cioè le rocce a picco sul mare, che sprofondano fino a cento metri sotto il pelo dell’acqua.

Alle Kornati scoprirete un habitat vergine: non vi sono alberghi (ma solo qualche casa vacanze per turisti) e neppure collegamenti in traghetto con la terraferma, bensì solo una manciata di konoba e ristorantini, chilometri di muretti a secco (costruiti dalle mani sapienti degli antichi contadini per delimitare i pascoli delle pecore), ulivi isolati, minuscoli orti e tracce dei popoli passati da qui, come le tombe illiriche sui colli di Žut,le fortificazioni militari a Kornate icastelli venezianiaVela Panitula.

Composto da centoquarantasette isole, di cui ottantanove protette da un parco nazionale, l’arcipelago delle Kornati si trova nella parte settentrionale della Dalmazia, a sud di Zadar (Zara) e ad ovest di Šibenik (Sibenico), nella Contea di Šibenik-Knin.

Le isole sono formate da roccia carsica crivellata di crepe, grotte e scogliere dentellate. Mancando sorgenti d’acqua dolce, le terre sono per lo più sterili: al massimo si trova una spelacchiata copertura erbosa. Gli alberi sempreverdi e i lecci che crescevano qui purtroppo sono stati bruciati da tempo.

Le Kornati sono divise in quattro gruppi disposti nell’Adriatico in direzione nord-ovest/sud-est. I primi due agglomerati di isole (Gornji Kornat, cioè le Incoronate Alte) emergono più vicino alla terraferma. La più grande e frastagliata è Žut.

Le altre due serie di isole (Donji Kornati, o Incoronate Basse) fronteggiano il mare aperto e comprendono il Parco Nazionale di Kornati, che protegge più di ottocento specie di piante e moltissimi uccelli marini, tra cui falchi pellegrini, gufi reali, sparvieri. Anche il mare è una riserva protetta, infatti la pesca è severamente limitata al fine di consentire la riproduzione di branzini, spigole, orate, scorpioni di mare, seppie, calamari e polpi, tutte creature che potrete ammirare tranquillamente con maschera e boccaglio durante lo snorkeling o le immersioni subacquee. Per fare cambusa, il porto turistico più grande si trova a Piškera, nella parte meridionale dello stretto, l’altro marina attrezzato è a Žut. Ma trovare una rada sicura non sarà mai un problema: avrete solo l’imbarazzo della scelta, grazie all’infinità di insenature protette che scoprirete nell’arcipelago a più alta densità di isole nel Mediterraneo. Fino all’Ottocento le Kornati appartenevano alla nobiltà di Zadar, ma un centinaio di anni fa gli antenati contadini dei residenti odierni di Otok Murter e Dugi Otok (Isola Lunga) le acquistarono per allevare le pecore. E tuttora sono isole private. Si accede al Parco Nazionale tra il faro di Vela Smokvica e Kornat, l’isola maggiore dell’arcipelago, dalla forma allungata, e risalendo il canale verso nordovest potrete incrociare i delfini. Nella baia di Koromačna basta la maschera per vivere“momenti “wow” davanti a grotte, coralli, alghe viola, spugne arancioni, crostacei e pesci. Le isole Zakan spuntano tra lagune di smeraldo dai fondali bassi, dove i polipi giocano a nascondino fra le poseidonie. Falesie alte ottanta metri preannunciano l’Otok (isola) Kolobucar, mentre un fiordo azzurro, che taglia in due la bianca Lavsa, regala un approdo da favola. A Žut, ​​ un’isola di pietra macchiata dall’oro delle ginestre e dal verde di ulivi, fichi e viti, si può attraccare nella bella baia di Strunac o davanti all’isoletta di Žutska Aba, dove lo scafo sembra galleggiare nel vuoto, tanto l’acqua è cristallina. Le basi di partenza per veleggiare nelle Kornati sono la città di Zadar e l’isola di Murter (Morter). Quest’ultima affiora a una quindicina di miglia a nord di Šibenik, ed è separata dalla terraferma da uno stretto canale. La sua scoscesa costa sud-occidentale è intagliata in piccole insenature, come Slanica, molto piacevole per nuotate tranquille. Murter non offre belle spiagge, ma un porto molto sicuro e poi si può curiosare fra i cantieri dei maestri d’ascia e fare la spesa al fornitissimo mercato del pesce. Imperdibile l’esperienza di risalire in barca il corso del fiume Krka dalla cittadina di Šibenik (che ha un magnifico quartiere medievale, con un labirinto di scoscese stradine, antiche cappelle e un’elegante cattedrale) per raggiungere Skradin e da qui continuare via terra per il Parco Nazionale di Krka, alle pendici della catena montuosa delle Alpi Dinariche. Nella sua corsa verso l’Adriatico, in alcuni punti il fiume Krka crea un canyon profondo fino a duecento metri e numerose cascate, tra cui spettacolari rapide di Skradinski Buk (le più grandi), che si tuffano da “gradinate” di tufo fra rocce, scogliere, grotte e voragini. Portatevi il costume da bagno per immergervi nei rinfrescanti laghetti. Il parco contiene anche i mulini ad acqua che lavoravano il grano e gioielli architettonici, come il monastero ortodosso Aranđelovac (Santo Arcangelo), in stile bizantino-mediterraneo.

Come alternativa alla base di Murter, si può partire da Zadar, città molto dinamica che, pur non essendo una “cartolina” perfettamente pittoresca come Dubrovnik, Rovinj o Trogir, ha un centro storico ricco di rovine romane e chiese medievali, caffè di tendenza e musei. Davvero unico lo spettacolo di suoni e luci dell’Organo Marino (Morske Orgulje in croato), un’istallazione artistico-architettonica progettata da Nikola Bašić sul waterfront, che trasforma le onde del mare in musica. Salpati da Zadar, prima di raggiungere le Kornati potrete esplorare l’isola di Pag (Pago)con il suo paesaggio lunare, le bionde spiagge sabbiose e le sue due anime contrapposte: tradizione secolare e scatenata movida giovanile. Da una parte la vita dei pescatori, dei produttori del famoso formaggio di Pag e delle merlettaie scorre coi ritmi di una volta. Dall’altro lato, Pag viene invasa da giovani di tutta Europa attratti dalle notti in discoteca o e dai festival di musica elettronica a Zrće, la “party beach” situata all’estrema punta settentrionale di Pag.

Per gli amanti della natura e della tranquillità, invece, vi sono alcune delle numerose isole dell’arcipelago zaratino, come Dugi Otok, la più grande della regione, lunga 43 km ma larga solo 4 km. Non troverete monumenti o musei, bensì un incantevole paesaggio di contrasti: quello del versante settentrionale è soave, con distese di pascoli, ulivi e frutteti; lungo la costa meridionale, invece, si affacciano drammatiche scogliere a picco sul blu. All’estremità sud di Dugi Otok scoprirete il parco naturale di Telašćica, una destinazione molto amata dal popolo degli yacht, grazie alla baia protetta (una delle più sicure della Dalmazia) che offre ben venticinque spiagge, alle acque cristalline e al ristorantino con approdo dove assaporare frutti di mare innaffiati da vini croati. Appena fuori dall’insenatura si trova il lago salato di Mir, il cui nome significa “pace”, “tranquillità”. Circondato da dense foreste e da una lussureggiante vegetazione mediterranea, permette di nuotare in un’acqua più tiepida di quella dell’Adriatico. I fanghi hanno anche proprietà terapeutiche.

Spesso, emergendo dal lago, col sale sulla pelle e la brezza del maistro che provoca un brivido caldo, capita di essere avvolti da nuvole di farfalle colorate, poetiche abitanti di questo ambiente primigenio.

Antichi palazzi romani e isole glamour, città Unesco e sport adrenalinici

Col fisico di un bel giovane e le ali ai piedi, Kairos è il dio greco del “momento opportuno”. Ha sempre fretta e, volando accanto ai comuni mortali, regala un’occasione fugace, un’opportunità a chi riesce ad acchiappare un ciuffo dei suoi capelli. Raffigurata su un bassorilievo di marmo (risalente al III-IV sec. a.C.) questa divinità è un memento alla precarietà della “fortuna” e può essere ammirata nel monastero benedettino di San Nicola a Trogir. Conosciuta in italiano come Traù, questa cittadina costruita su un isolotto piatto e oblungo, situato all’imboccatura ovest della baia di Kaštela e collegata alla terraferma e all’isola di Čiovo da ponti, è stata abitata ininterrottamente sin dalla preistoria. Fu colonia greca e romana e cadde sotto il dominio di Venezia nel Quattrocento, restandovi per quasi quattro secoli. Da questa storia movimentata, Trogir è emersa come un diamante della costa dalmatina, ed è oggi patrimonio dell’Unesco, perché il suo centro storico, molto ben conservato, è ricco di edifici rinascimentali, barocchi e romanici.

Trogir rappresenta solo una delle affascinanti destinazioni della Dalmazia centrale, forse la zona più diversificata della Croazia, che al viaggiatore nautico regala splendide isole, porticcioli tranquilli, dozzine di castelli, una gastronomia interessante e monumenti unici al mondo, come il Palazzo di Diocleziano a Split (Spalato), anch’esso patrimonio dell’umanità per l’Unesco. La crociera sarà un alternarsi di paesaggi spettacolari, come quelli offerti dalla catena delle Alpi Dinariche che spalleggiano la Riviera di Makarska, sul continente, e “momenti glamour”, come quelli da vivere sull’isola di Hvar, la “Saint Tropez” croata. A spiagge leggendarie, come Zlatni Rat (Punta d’Oro), il “dito” di ciottoli immacolati proteso nell’Adriatico sull’isola di Brac (che appare in tutti i manifesti pubblicitari della Croazia), faranno da contrappunto baiette altrettanto belle ma meno famose, come quelle orlate di palme che punteggiano il litorale di Brela. Pur se meno nota rispetto quella di Capri, la Grotta Azzurra dell’isola di Biševo (Busi)è un fiabesco scenario teatrale in cui la natura gioca con la luce, creando forme e colori magici. Split, insieme a Trogir, è una delle due principali basi di partenza per navigare tra le isole della Dalmazia centrale (tra cui: Dvernik Veli, Šolta, Brac, Hvar, Biševo, Vis). In equilibrio fra tradizione e modernità, e con una movida effervescente grazie ai numerosi localini trendy, Split è la seconda città croata e il posto giusto per osservare l’autentica vita dalmatina. Dominato dal campanile della Cattedrale di San Doimo, il Palazzo di Diocleziano è un monumentale complesso architettonico romano, edificato fra il 293 e il 305 d.C. come residenza imperiale, città fortificata e bunker militare. Nei secoli ha subito molte metamorfosi e oggi coincide con il centro storico. Copre trentunomila metri quadri, ospita tremila persone, duecento edifici e nelle sue mura di pietra bianca sono racchiusi localini, negozi, alberghi. Prima di entrare dalla Porta Dorata, fermatevi alla statua di Grgur Ninski per strofinarne il piede: è un rituale portafortuna! Da vedere, oltre alla cattedrale, il peristilio (cortile con colonnato), il tempio di Giove e i sotterranei.Salpati da Split, abbiamo un ampio ventaglio di isole da scoprire.La piccola e boscosa Šolta è un luogo di villeggiatura popolare per gli spalatini che scappano dall’afoso caldo estivo. Palme e ulivi, pace e atmosfere rilassate caratterizzano Drvenik Veli, dove sorge la bella chiesa barocca di San Giorgio. Più variegata Brač (Brazza), il cuinome deriva forse dalla parola cervo, un animale sacro per le tribù illiriche. È l’isola più grande della Dalmazia centrale: ha due città, diversi villaggi e un drammatico paesaggio mediterraneo di ripide scogliere, acque di cobalto, pinete e calette. Nell’entroterra si scorgono strani cumuli di rocce: il risultato del lavoro delle donne che, nel corso di centinaia di anni, hanno preparato il terreno alla coltivazione di vite, ulivi, fichi, mandorli e alberi di amarene. Bračè conosciuta per la sua pietra bianca, con cui fu costruito il Palazzo di Diocleziano e (in tempi molto più recenti) la Casa Bianca a Whashington, negli Stati Uniti. Uno dei borghi più belli è Bol, sulla costa sud, con case in pietra e strade tortuose punteggiate di gerani rossi, rosa e fuchsia. Oltre alla celebre spiaggia di Zlatni Rat, nelle vicinanze si trova la meno affollata Bijela Kuca dove, mentre si nuota, si può ammirare il bellissimo monastero domenicano. Più ad est si scopre la defilata (e quindi meno frequentata) baia di Murvica, sotto il villaggio omonimo, con un arenile di piccoli ciottoli, immersa nella campagna collinare ricoperta di vigneti. Uvala Smrka è una spiaggia “segreta” all’interno di una specie di fiordo nel sud-ovest isolano. Qui di solito si fa il bagno da soli e ci si può infilare anche nel tunnel sottomarino, scavato nei fianchi delle falesie durante la Seconda Guerra Mondiale.

Uno degli ancoraggi più scenografici è invece quello davanti alla spiaggia di Zora, vicino al pittoresco porticciolo di Sumartin, lungo il versante occidentale di Brač. Da qui, placidamente sdraiati a prua godrete sempre di una splendida vista sulle imponenti Alpi Dinariche della Riviera di Makarska. Invece a nord, tra Postira e Pucisca, l’ex basilica di San Lorenzo (V e VI secolo) caratterizza il paesaggio da sogno di Lovrecina, una delle pochi litorali sabbiosi dell’isola.

Facendo rotta a sud di Brač, s’incontra Hvar (Lesina), l’isola più lunga di tutto l’Adriatico e anche il posto col miglior clima della Croazia: gode infatti di 320 giorni di sole all’anno. Yacht extralusso, alberghi “posh”, ristoranti gourmand, konoba (taverne) di charme, boutique di fashion designer, lounge bar eleganti, wine bar e night club di tendenza: Hvar è un’isola iper chic, molto amata dal jet-set internazionale. Quella dove andare in vacanza per guardare e farsi guardare. Insieme a Dubrovnik, è anche la destinazione più gettonata del paese. La bella città di Hvar è chiusa tra mura del XIII secolo che circondano palazzi gotici splendidamente decorati e strade di marmo pedonalizzate. Sulla piazza principale, Trg Svetog Stjepana, si affacciano, tra l’altro, il monastero benedettino, l’Arsenale e il teatro rinascimentale. La cattedrale di Santo Stefano (costruita nel XVI e XVII secolo ) fornisce un prezioso “fondale” alla grande agorà. Per una visuale strepitosa sul porticciolo che abbraccia il centro storico si può salire a piedi alla cinquecentesca Fortica (fortezza), una cittadella costruita per difendere la città dai Turchi sul sito di un castello medievale e poi rinforzata dai veneziani nel 1557. All’interno si trova una minuscola raccolta di antiche anfore recuperate dal mare. Di fronte alla baia, le Pakleni, quattordici isole boscose e rocciose, regalano coste smerlate ricchissime di favolose calette dove gettare l’ancora e fare snorkeling, kayaking o sup. Nell’entroterra Hvar riserva sorprese che non ti aspetti, come i campi di lavanda lilla che la fanno apparire come un lembo di Provenza, l’odorosa macchia mediterranea, dove spiccano il rosmarino e l’erica, gli uliveti che si susseguono nella campagna e le ordinate geometrie dei vigneti che circondano cantine dove degustare ottimi vini. A una decina di miglia a sudovest, ma quasi “persa” in mezzo all’Adriatico, scoprirete Vis (Lissa), l’opposto di Hvar. Di tutte le isole croate è la più misteriosa, anche perché per decenni è stata una base militare per l’esercito nazionale jugoslavo. L’isolamento l’ha preservata dallo sviluppo eccessivo, perciò chi viene qui cerca autenticità, natura, tranquillità e delizie gastronomiche, come i frutti di mare freschissimi. La costa dentellata nasconde incantevoli baie e grotte segrete. Due belle cittadine affacciate su altrettanti golfi si contendono il “primato”: la città di Vis, a nord-est, e Komiža, a sud-ovest. La prima ha un retaggio culturale altoborghese, mentre Komiža è orgogliosa delle sue tradizioni legate alla pesca e alla pirateria. La rada di Stončica, a est di Vis, è disegnata a “V” e circondata da una fitta vegetazione e impervie scogliere. È un approdo molto protetto se soffiano venti meridionali, come lo Jugo (scirocco). Il fondale sabbioso è basso fino a trenta metri dalla riva, e ciò la rende perfetta per famiglie con bambini. Le calette più incontaminate si trovano però sul lato sud. Imperdibile la spettacoalre Stiniva, dove uno stretto ingresso roccioso conduce a una spiaggia fiancheggiata da rocce alte oltre trenta metri. Bella anche Srebrna, la “spiaggia d’argento” per il colore dei suoi ciottoli. Meta prediletta dei diportisti è l’isolotto Veli Budihovac, situato a meno di mezzo miglio dalla costa, con due bellissime spiagge di ghiaietta: Zapadna Plaža (spiaggia occidentale), ancoraggio protetto da tutti i venti estivi prevalenti, e Istočna Plaza (spiaggia orientale), entrambe soleggiate tutto il giorno. I fondali sono ricchi di vita sottomarina e rappresentano una perfetta destinazione per lo snorkeling.

Prima di rientrare alla base di partenza, merita uno scalo anche la Riviera di Makarska, un tratto di costa dalmata meravigliosamente frastagliata e spalleggiata dal monte Biokovo. Lunga circa sessanta chilometri, è compresa tra la Riviera di Omis e il delta del fiume Neretva. Insediamenti balneari con porticcioli mignon e casette bianche sormontate di tetti rossi si alternano a chiese medievali e torri d’avvistamento antisaracene.Le insenature di ciottoli immacolati sono massaggiate da un mare che assume sfumature di smeraldo, giada, zaffiro e turchese. Fra le più belle: Punta Rata, Vruja, Podaca, Zaostrong.

La colorata cittadina di Makarska, che dà nome alla Riviera, è adagiata su una baia a ferro di cavallo bordata da palme, caffè e ristoranti, che si affaccia sul marina dove galleggiano yacht a vela e gozzi da pesca. Stretta fra l’Adriatico e il troneggiante Biokovo, Makarska è circondata da terrazzamenti coltivati a vigneti, uliveti, giardini, agrumeti, alberi di ciliegi. Per la movida balneare si va sulla spiaggia di Buba, dove il beach bar diffonde note incalzanti da mezzogiorno a notte fonda. Più selvaggia la spiaggia nudista di Nugal, perla della costa. Situata alla foce del fiume Cetina e all’intersezione di tre grandi montagne (Mosor, Dinara e Babnjaca), la colorata Omis ha una location molto scenografica e offre un porto sicuro. È la destinazione perfetta per gli assetati di adrenalina che amano praticare sport outdoor come trekking, arrampicata, mountain biking, parapendio o paracadutismo. E ce n’è anche per gli appassionati di sport acquatici: sia in mare, dove si pratica kayak, kitesurf o windsurf, che in acqua dolce, dove si fa rafting o canyoning nelle spettacolari gole scavate dal fiume Cetina.

Dubrovnik, Arcipelago delle Elafiti, Penisola di Pelješac e isole di Korčula, Lastovo, Mljet.

Il mare qui sembra più turchese. Forse perché contrasta coi tetti rossi e le mura bianche di Dubrovnik, una delle città più belle del Mediterraneo, che Lord Byron definì il “gioiello dell’Adriatico” . Ancor oggi ospita l’élite artistica e intellettuale della Croazia ed è apprezzata dai turisti da tutto il mondo.

La città vecchia, patrimonio dell’Unesco, vale da sola un viaggio in Croazia. Monumentali mura cinquecentesche, dove è particolarmente suggestivo passeggiare di pomeriggio, nascondono lo Stradun, l’asse viario lastricato in arenaria, che collega Porta Pile con Piazza Luža e taglia in due l’antica repubblica marinara di Ragusa, uno stato libero che per secoli resistette all’assalto dei potenti sovrani limitrofi e con abile diplomazia mantenne la sua libertà in un’epoca in cui tutte i territori vicini erano sotto il dominio straniero. Dubrovnik è ormai famosa anche per essere stata il set della serie TV Trono di Spade, oltre che di tanti film, tra cui Robin Hood e Star Wars VIII Il Ritorno degli Jedi. Gli esempi di architettura medievale, rinascimentale e barocca sono magnifici: il Municipio dell’XI secolo, il Monastero Francescano (completato nel XIV secolo); il Monastero Dominicano, il Palazzo Sponza (un tempo Dogana), la Cattedrale (ricostruita dopo il terremoto del 1667), la chiesa di San Biagio.

Per saperne di più sulla sua storia di potenza navale, si può visitare il Museo Marittimo nella Fortezza di San Giovanni, che si affaccia sul vecchio porto. Nel Cinquecento la città-repubblica aveva una delle flotte più grandi del mondo, con più di centottanta navi e quattromila marinai: le mostre qui includono modellini di navi di quel periodo, oltre a oggetti per la navigazione, bandiere e mappe. Ad est delle fortificazioni c’è una spiaggia bianchissima dove si nuota in un mare di cristallo. Se vi ancorate qui, potrete magari sorseggiare un aperitivo nel pozzetto di poppa mentre ammirate una delle città più antiche e più belle del mondo.

Partendo da Dubrovnik, la Dalmazia meridionale, vero paradiso dei velisti, è a portata di mano. Volgendo la prua nordovest, s’incontra subito il piccolo arcipelago delle Elafiti, dove fare un piacevole “slalom” fra isole dove le ruvide colline di calcare
 sono addolcite dalla profumata macchia mediterranea. Il clima subtropicale e i borghetti tranquilli di Koločep, Lopud e Šipan le rendono uno scalo ideale. Koločep è uno scrigno di spiagge sabbiose, calette di ciottoli, grotte marine, uliveti, agrumeti e pinete lussureggianti. Nella tranquilla Lopud non vi sono auto, bensì tante chiese e monasteri del Seicento. Il villaggio principale, Uvala Lopud, ha case in pietra circondate da giardini esotici e un minuscolo porto sorvegliato dal convento francescano (XV sec.). Šipan, la più grande dell’arcipelago, era una delle preferite dei nobili ragusani, che nel Quattrocento vi costruirono eleganti dimore. Šipanska Luka, il porto, conserva i resti di una villa romana e di un palazzo ducale gotico. Sul versante opposto, raggiungete la cala di Sudjuradj e tuffatevi nelle sue fresche acque turchesi prima di andate a curiosare nel pittoresco borghetto dove campeggia il cinquecentesco Palazzo Skočibuha.

 Proseguendo verso nordovest, ecco la Penisola di Pelješac (Sabbioncello), che si allunga per circa 35 miglia e offre un ottimo ridosso dalla Bora. Pur essendo attaccata al continente, ha qualità marcatamente insulari ed è famosa per i vini, per le saline e per l’alllevamento di ostriche. Se ormeggiate nella baia a ferro di cavallo di Prepratno (un incantevole arenile sabbioso con acque trasparenti e basse, adatte a famiglie con bambini), poi potrete raggiungere via terra la vicina cittadina medievale di Ston, circondata da una monumentale muraglia pentagonale lunga cinque chilometri, eretta per proteggere le saline dai saraceni.  In tempi remoti la zona fu abitata pure da Illiri, Greci, Romani e Slavi, e tuttora custodisce edifici gotici e rinascimentali, tra cui il Palazzo del Rettore, quello della Cancelleria, il Palazzo Vescovile (1573), il monastero francescano (XIV-XV sec.). A Ston si viene anche per l’indimenticabile esperienza culinaria di gustare le ostriche crude, appena pescate, da assaporare spruzzandovi sopra solo una goccia di limone. In estate la brezza pomeridiana da ovest-nordovest e la presenza di ridossi consentono piacevoli spostamenti a vela. La montuosa Penisola di Pelješac è verdeggiante di uliveti e vigneti, e ovunque si trovano cartelli che invitano a degustazioni in cantina. Risalendo la costa meridionale, appare Zuljiana, paesino tranquillo con una bella spiaggia, poi Trstenik, ansa bordata da konoba (taverne) a pelo d’acqua. Orebić, la più grande città penisulare, è un gruppetto di case dai colori confetto e dai tetti rossi, bagnata da un mare che sembra photoshoppato tanto è turchese, e spalleggiata dal monte Sveti Ilija, alto quasi mille metri, che la protegge dai freddi venti di bora. Anche per questo i vigneti panoramici intorno della zona, che godono di una speciale insolazione, producono le migliori uve Plavac Mali della Croazia. In passato Orebić fu patria di capitani di vascello e sede di importanti cantieri navali, tradizione cui è dedicato il Museo Marittimo. La costa è orlata da calette idilliache, dove l’acqua smeraldina è circondata da boschi di pini e mandorli. Il Peljenski Kanal (Canale di Sabbioncello) qui è molto stretto: meno di due miglia separano Orebić da Korčula (Corzula), la bellissima città medievale sull’isola omonima. In questo braccio di mare c’è sempre vento, infatti veleggiando avvisterete decine di windsurfer e kitesurfer che sfrecciano acrobaticamente a pelo d’acqua.

L’isola di Korčula (chiamata dai greci Korkyra Melaina, cioè Korkyra Nera per i fitti boschi) è un lussureggiante patchwork di vigneti e oliveti. Eretta nel XV secolo su una preesistente città del XIII secolo, la superba cittadella fortificata si trova su una penisoletta ovale e ha una pianta “a spina di pesce” per proteggere le viuzze di marmo dalla bora e permettere la ventilazione del rinfrescante maestrale estivo. Ai palazzetti dai tetti rossi si alternano costruzioni più monumentali, come la cattedrale romanico-gotica di San Marco, la Porta Meridionale e il Palazzo Gabrielli, sede del museo civico. Sull’isoletta di Badija sorge il quattrocentesco monastero francescano con un bel chiostro gotico veneziano.

Il versante settentrionale di Korčula abbonda di porti naturali, ma il più grazioso è la cittadina di Vela Luka, all’estremità occidentale dell’isola, adagiata in un golfo che s’intrufola nella costa per più di nove chilometri. È uno degli approdi più sicuri dell’Adriatico, grazie alla sua particolare forma allungata e alle tante isolette (come le idilliache Proizd e Osjak), alle scogliere scoscese e alle rade minuscole, ideali per una bella nuotata. Da Vela Luka partono anche i traghetti per Split (Spalato) e l’isola di Lastovo, che dista una ventina di miglia più a sud. In realtà Lastovo è la maggiore di un arcipelago di quarantasei isole, e ha un profilo ondulato ricoperto di boschi di lecci che spesso lambiscono l’acqua blu cobalto. Scoprirete un profilo costiero roccioso e lineare sul versante nord e più frastagliato a sud. Tra le colline si spalancano valli carsiche in cui si coltiva la vite. Lastovo è stata per più di quarant’anni off limits in quanto zona militare, e si è quindi salvata dal turismo di massa: un eden per chi cerca tranquillità, natura incontaminata… e aragoste, di cui le acque abbondano. Se la notte, guardando il cielo, vi stupirete per la quantità di costellazioni che brillano, non è un caso: Lastovo è soprannominata “l’isola delle stelle luminose”, perché offre il cielo notturno più limpido d’Europa. Ubli, nel protetto golfo di Velji Lago, è un villaggio tranquillo preannunciato dall’isoletta di Mrčara. Dirigendo poi la prua verso est, si naviga lungo il litorale settentrionale dell’isola e la baia rettangolare di Zaklopatica, chiusa da un isolotto che la protegge dai venti del quadrante Nord. Getterete l’ancora in una piscina naturale di acqua cristallina e d entrerete subito a far parte di una “cartolina vivente”, animata dai ragazzini croati che si tuffano dal moletto di cemento. Navigando è persino difficile avvistare Lastovo, il centro dell’isola, l’unico insediamento lontano dal mare. Circondato da colline e conosciuto per i suoi particolari camini, è disegnato ad anfiteatro, coi vicoli stretti e le case antiche: la quntessenza dell’Adriatico di un tempo. Per arrivarci dovete approdare a Sveti  Mihajlo. Poco più a est, sembra uscito da un libro di fiabe il micro borgo di pescatori di Uvala Lučica: una manciata di casette dai tetti rossi che orlano una baia scavata a “U” nella costa, pigramente massaggiata da acque di giada. La rotta che conduce a Mljet (Meleda), a una ventina di miglia, è punteggiata da una manciata di isolotti e dagli scogli Glavat, resi visibili anche di notte da un potente faro. Se spira vento da levante, sarete avvolti dagli aromi di lavanda e di resina, proveniente dai boschi di pino d’Aleppo e lecci che vestono quest’isola vergine dalla forma allungata. Gli antichi marinai ellenici, che approdavano qui per ripararsi dalle tempeste e per raccogliere acqua fresca dalle sorgenti, la battezzarono Melita (miele) per gli sciami d’api che ronzavano nelle foreste. Il primo ancoraggio potrà offrirlo la Baia di Pomena, soprattutto se volete scendere a terra e noleggiare una bici per scoprire il Parco Nazionale, un’oasi di verde con due specchi d’acqua salata all’interno, che occupa tutta la porzione ovest dell’isola. Una fitta pineta avvolge i laghi salmastri di Malo Jezero (Lago Piccolo) e Veliko Jezero (Lago Grande), dove emerge un’isoletta con un convento benedettino del XII secolo. Una sequenza di virate e strambate vi permetterà di entrare nella successiva baia di Polače, molto popolare fra i diportisti, dove l’eccitante slalom nel dedalo di isolotti vi condurrà al villaggio omonimo, con le rovine di un antico palazzo romano che si specchiano nell’acqua immota. Secondo una delle tante  leggende, Ulisse rimase a Mljet per sette anni, irretito dalla ninfa Calipso. E forse anche voi, naviganti del XXI secolo, resterete ammaliati da quest’isola smeraldina e non vorrete più levare gli ormeggi.