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Bahamas: Cercando il paradiso tropicale, sulle orme di Hemingway e James Bond

Gettare l’ancora davanti a Pink Sands Beach, la celebre spiaggia di coralli rosa di Harbour Island, o tuffarsi in apnea nel Dean’s Blue Hole di Long Island?

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Scoprire la Gold Rock Beach nel Parco Nazionale Lucayan a Grand Bahama (un paradiso tra le mangrovie dove abitano procioni e uccelli marini) oppure fare rotta su French Leave Beach, un’invitante mezzaluna di soffice sabbia color fenicottero, appena a nord di Eleuthera?

Potremmo anche prendere ispirazione da “Papa” Hemingway e andare a pesca d’altura a Bimini, gettando l’amo e cercando di catturare i giganteschi Marlin descritti nei suoi famosi romanzi Il Vecchio e il Mare e Isole nella Corrente. Oppure potremmo unirci ai festaioli in costume del carnevalesco Junkanoo, che sfilano per le strade di Nassau fra palazzetti che sembrano torte nuziali decorate in tinte pastello. E nell’aria densa di esplosioni di conchiglie, incalzati dal ritmo di tamburi e fischi, potremmo ballare a perdifiato fino all’alba.

Una crociera alle Bahamas, isole adagiate tra le profondità del Nord Atlantico e la costa orientale della Florida, ci metterà di fronte a questi deliziosi interrogativi.

L’arcipelago, antico covo di pirati, “tecnicamente” non fa parte dei Caraibi, ma tutti lo considerano tale. Si può veleggiare fra più di settecento isole subtropicali e oltre duemila quattrocento banchi sabbiosi, la maggior parte disabitati e orlati da spettacolari “trincee oceaniche” costituite da lussureggianti barriere coralline. Le pareti a strapiombo e le scogliere sottomarine attirano frotte di pesci tropicali, razze, squali martello, tartarughe e delfini. I numerosi relitti sono il playground preferito per i subacquei esperti.

La gente delle Bahamas è molto “easy going” e conviviale: ama riunirsi ai Fish Fry, il tipico luogo di ritrovo gastronomico, costituito da un gruppo di bancarelle di street food e chioschi da spiaggia che offrono la più autentica cucina bahamiana. Uno dei più famosi e animati è quello di Arawak Cay, a Nassau. Fino a sera, l’odore del pollo grigliato e del mais dolce richiama turisti e locali sul lungomare. E mentre le conch fritters (frittelle di conchiglie) e il pescato del giorno sfrigolano sui fornelli, si può ammirare il tramonto con un punch al rum in mano, ascoltando la Rake and Scrape Music, dove si suonano i più strampalati oggetti riciclati: tini di latta, lenze da pesca, tamburi di pelle di capra.

Chi cerca la solitudine e la magica triade “sole, mare e dolcefarniente”, punterà la prua sulle Exumas, disabitate e difficili da raggiungere senza una barca.

Sono più di trecento isole e isolotti sparsi nelle Bahamas centrali, a cavallo del Tropico del Cancro, rinomati per le spiagge isolate e le immersioni strepitose. Oltre alle principali (Great Exuma e Little Exuma), ci sono gli Exuma Cays: una serie di idilliaci avamposti oceanici circondati da barriere coralline.

Imperdibile Thunderball Cave, un sistema di grotte sottomarine che formano una specie di cattedrale, molto popolare tra i patiti dello snorkeling. È famosa per essere stata set di due film cult di 007: Thunderball e Never Say Never Again.

Il cuore della cultura tradizionale delle Bahamas batte ancora a Cat Island, che ha diversi siti storici, tra cui le rovine delle piantagioni e l’eremo del Mount Alvernia: una minuscola chiesa in pietra costruita dall’eremita Padre Girolamo, da cui si ammira una vista a trecentosessanta gradi dall’alba al tramonto.

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